Chirurgia Plastica: La Parola all'esperto
Ci sono bambini che a cinque o sei anni hanno già ben chiaro che professione svolgeranno da grandi e si dedicano con impegno e abnegazione a realizzare il loro sogno, altri scoprono lungo il cammino la propria vocazione, c’è chi ritiene la propria occupazione un mero mezzo di sostentamento e delega la propria realizzazione personale ad altri aspetti della propria vita, chi visti i tempi difficili si adatta.
Amo moltissimo la mia professione così tanto da non sentire né stanchezza né il peso delle molte ore che mi assorbe, pur nella sua complessità è un’attività che mi emoziona sempre, mi mette continuamente in discussione e ogni giorno mi fornisce input preziosi di crescita a livello professionale e anche umano naturalmente.
Non sono nato con il camice, né mi dilettavo a giocare con stetoscopi giocattolo negli anni dell’infanzia, solo mia mamma con lungimiranza o forse perché corrispondeva a un suo desiderio mi profetizzava senza apparente ragione un futuro da medico, negli anni delle scuole superiori ho frequentato il Liceo Scientifico a San Marino, nell’estate dopo la maturità ho provato a entrare alla facoltà di Medicina ma anche a quella d’Ingegneria, superando entrambi i test d’ingresso a quel punto mi è stato chiaro cosa volevo essere: un Medico, non ebbi esitazione alcuna.
Un curriculum vitae è un enunciazione un po’ asettica di date e di titoli conseguiti, c’è una storia personale fatta anche di impegno e rinunce, lacrime e sudore vicino a ogni step, entrato alla facoltà di Medicina al San Raffaele di Milano mi trovai catapultato dalla vita tranquilla di San Marino dove tutti conoscono tutti e le distanze sono molto ravvicinate a quella di Milano Lambrate, la sede del primo monolocale che presi in affitto appena giunto a Milano, immerso nella vita caotica di uno dei capoluoghi italiani più grandi e alle prese con la vita da studente di Medicina, i primi anni improntata principalmente alla ricerca e a sessioni serrate di esami. Conseguita la laurea e l’abilitazione mi sono poi ritrovato a un bivio importante quello relativo alla scelta della Specialità, ho scelto la Chirurgia plastica per una ragione molto semplice: amo fortemente i dettagli tecnici nonché l’estro artistico alla base di questa disciplina, inoltre anche una serie di ragioni satellite hanno supportato la mia scelta: si tratta di una disciplina trasversale, che mi consente di mettermi continuamente in discussione ed evolvere, non necessita di strutture particolari. Ho conseguito la Specialità, altri 6 anni di studio, dopo quelli per diventare Medico alla Statale di Milano, anni di formazione ma anche di pratica, un percorso molto impegnativo e complesso come specializzando, sotto la guida di insegnanti che mi hanno giustamente messo alla prova e stimolato in ogni modo, una sorta di apprendistato reso più impegnativo dalla posta in gioco, la salute e vita delle persone, l’esigenza di comprendere se tra quella che avvertivo come vocazione di vita, la formazione di quegli anni e le mie capacità intellettive e manuali ci fosse un giro armonico.
Quando si parla di Medicina estetica il primo stereotipo che emerge è legato all’immagine di donne che desiderano migliorare l’aspetto che ha donato loro Madre natura, in realtà dietro a ogni paziente c’è una storia personale a volte anche complessa e questa disciplina medica ha tante sfaccettature, aiuta le persone a migliorare quelli che sono o perlomeno sono avvertite dalle stesse come invalidanti difetti fisici e donare sicurezza in sé stessi, ma è anche supporto importante delle terapie oncologiche e della chirurgia in generale, la prima cosa che faccio è mettermi in ascolto del mio paziente per capire da dove nasca il suo desiderio di cambiare una parte del proprio corpo e aiutarlo.
Impossibile pensare a un lavoro seriale, in primis perché dietro a ogni paziente c’è una storia ben precisa, secondariamente è l’attenzione e cura che dedico a ogni intervento la scintilla iniziale della passione che alimenta il mio lavoro e senza la quale non potrei svolgere la professione che esercito.
Un medico ha l’onere e onore di aggiornarsi continuamente, non finisce davvero mai di studiare, negli ultimi anni ho seguito un corso di specializzazione a Stoccolma e ho avuto esperienze di collaborazione molto proficue a Palma di Majorca in Spagna, dove ho supportato un collega in un centro all’avanguardia.
Dottor Davide Forcellini
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